6 Ottobre 2018
Se chiedessimo a una prima elementare quanti bambini praticano almeno uno sport, la risposta sarebbe tutti o quasi. Avete mai provato a fare la stessa domanda a una prima media? I numeri si dimezzano. E a una prima superiore? Ancora meno.
In Italia ci sono percentuali allarmanti di abbandono sportivo dai 14 ai 18 anni. Le ricerche ci dicono che circa il 20% dei maschi e il 40% delle femmine interrompe bruscamente e prematuramente l’attività agonistica.
Trattandosi di numeri molto elevati, non si può pensare che si tratti di scelte casuali.
Il cambio di scuola, i vissuti emotivi e le relazioni con famigliari, allenatori, amici… potrebbero avere un peso determinante in questa decisione?
Sicuramente. Nello sport in generale la motivazione, l’ansia, la responsabilità e le relazioni sportive ed extra sono solo alcuni degli aspetti che influiscono sulla decisione del giovane atleta di persistere o abbandonare. Si innescano poi dinamiche di diverso tipo se si tratta di una disciplina individuale o di squadra. I compagni di squadra infatti, sono spesso ottimi trascinatori, possono pertanto spingere verso la continuazione della pratica, oppure trainare il gruppo nella direzione dell’abbandono; per quanto riguarda le discipline individuali, invece, è cruciale la motivazione dell’atleta, associata ad una diminuzione della fiducia nelle proprie capacità e ad un senso di fallimento individuale.
È possibile prevenire l’abbandono?
Forse. È difficile rispondere con certezza in modo affermativo perché, come si è detto, ogni caso è unico e a sé.
Potrebbe essere utile l’inserimento nelle società sportive di programmi di supporto e di allenamento mentale dell’atleta nelle diverse fasi della crescita: ciò aiuterebbe lo sportivo nel prendere consapevolezza dell’importanza dello sport, non solo a livello fisico, ma anche di acquisizione di competenze preziose spendibili all’esterno.
Incoraggiamo i ragazzi continuare a fare sport!